Paulo Dybala si è preso la Roma. Con i suoi 16 gol e 8 assist, la Joya è il vero trascinatore dei giallorossi che sognano Europa League e qualificazione in Champions League. L’ex Juventus si è raccontato nel tanto atteso speciale di DAZN che fa parte della serie “DAZN Heroes”. Intervistato da Diletta Leotta sullo sfondo del Colosseo, l’argentino ha speso parole bellissime per la città di Roma e per i suoi tifosi.

Dall’accoglienza a Roma fino alla 10 di Francesco Totti
Ecco l’intervista integrale di Paulo Dybala in esclusiva a DAZN.
L’accoglienza e il calore di Roma
“La gente qua è caldissima e incredibile. Fin dal primo giorno mi hanno fatto sentire questo calore. Sentire l’inno dei tifosi della Roma prima della partita è qualcosa di unico. Vivere una cosa del genere è come stare di fronte a un’opera d’arte”.
La Dybala Mask
“La storia della Dybala Mask nasce un po’ qua al Colosseo. Da bambino guardavo tanti film su Roma, la città, i gladiatori. Il film Il Gladiatore l’avrò visto 20 volte più o meno. Dopo un momento difficile della mia carriera da cui dovevo venire fuori in qualche maniera, ho pensato subito a questa esultanza. Alla gente è subito piaciuta e allora continuo a farla”.

La scelta di Roma
“Quando Tiago Pinto, il direttore, ci ha contattato ed é emersa questa possibilità mi sono venute in mente queste cose e non potevo non pensarci. Mi sono detto che dovevo far qualcosa in questa città”.
La sua passione: gli scacchi
“Per la testa e per la concentrazione gli scacchi aiutano molto. Ho iniziato da bambino a giocare: prima guardavo tanto mio papà poi piano piano ho iniziato a giocare con lui. Con il tempo le partite per lui diventavano più difficili fino a che, un giorno, sono riuscito a vincere”.
Su Abraham
“Abraham è un giocatore giovane ma con molta esperienza. Ha vinto la Champions, l’anno scorso ha segnato tanti gol pesanti con la Roma. Sicuramente possiamo fare molto meglio di quanto stiamo facendo. Ci stiamo conoscendo e cerchiamo di fare il massimo, speriamo che in queste ultime partite possiamo dare alla Roma i gol che servono per arrivare in Champions”.

Su Cristiano Ronaldo
“Con Cristiano sono stati tre anni belli, la squadra era molto forte e lui ci dava qualcosa in più. In Argentina è molto sentita la rivalità tra Messi e Cristiano, io ovviamente da bambino son sempre stato dalla parte di Messi. Una volta stavamo andando a giocare una partita, io stavo in fondo all’aereo e lui era seduto più avanti. A un certo punto del volo, lui è venuto da me a parlare sia di calcio sia di tante altre cose. Parlavamo in generale della nostra vita e a un certo punto gli ho detto ‘Io da bambino praticamente ti ho odiato’. Ci siamo fatti due risate su questa cosa e fra noi abbiamo sempre avuto un bel rapporto, un bel dialogo”.
Su Mourinho
“Josè Mourinho ha un’immagine e un potere importante per tutto quello che rappresenta nel mondo del calcio. Sì, sarebbe un buon giocatore di scacchi. Prima di arrivare qui alla Roma ci siamo sentiti due volte e mi ha chiamato quando stavo ancora a Torino. Lui è molto bravo quando parla e quando vuole entrare dentro qualcuno. Ho sentito con lui un feeling speciale: è difficile nel mondo del calcio trovare qualcuno che ti dica le cose in faccia in modo sincero”.
“Con lui ho un rapporto diretto e sincero, ci confrontiamo tanto. Vogliamo il meglio per la gente. Lui ha fatto la storia del calcio. È molto sincero, è bravo a preparare le partite. Quasi tutte le cose che ti dice, poi in campo succedono. Capisce il calcio molto bene, lo testimonia il fatto che ha vinto quasi in tutte le squadre che ha allenato. Nel gennaio 2022, Mourinho si è avvicinato a me durante Roma-Juventus 3-4 e mi ha detto ‘Sei un fenomeno’? E’ vero, è la prima cosa che mi ha ricordato quando mi ha chiamato. Non mi era mai successo che un allenatore di un’altra squadra facesse una cosa del genere durante il gioco. Contro il Manchester in Champions, quando ancora giocavo nella Juve, avevamo discusso, ero andato a dirgli che non aveva bisogno di fare quel gesto. Ma quell’episodio è rimasto sul campo”.

La 10 di Totti
“Il numero 10 della Roma sarà sempre Francesco Totti. Così come Del Piero lo sarà per sempre nella Juve. Alla Juve me lo chiese direttamente la società di indossare la 10 ed è stato un enorme piacere. Succederà anche alla Roma? Mai dire mai. Ovviamente sarebbe una responsabilità unica. Il mio ruolo nella scacchiera giallorossa? Il Re è Mourinho, mentre la Regina è tutta la squadra. Non dite che sono io: piuttosto mi sento un pedone. Il rigore calciato durante la finale del mondiale? Sono sincero, in quel momento ero molto freddo. Da quando ha sbagliato il rigore il giocatore della Francia prima di me, sapevo già dove avrei tirato e sono andato sicuro al 100%. E la palla è entrata”.