Roma, Fonseca si presenta: “Possiamo costruire qualcosa di speciale. L’obiettivo è tornare in Champions League”

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Nella giornata odierna, si è tenuta a Trigoria la conferenza stampa di presentazione del nuovo tecnico della Roma, Paulo Fonseca.

L’allenatore portoghese ha chiarito l’obiettivo stagionale della Roma: la qualificazione in Champions League. Il tecnico giallorosso però, è convinto che la nuova Roma possa ambire a qualcosa di più migliorando la fase difensiva, che nell’ultimo anno non è stata impeccabile.

Sulla Roma

“Non è la mia Roma, ma è la Roma di tutti noi. Sono motivato, insieme allo staff e a Petrachi, nel costruire una squadra ambiziosa, e che sia l’orgoglio di tutti i tifosi della Roma”.

Sul ricordo degli ottavi di Champions

“Ovviamente non ho un grande ricordo di quella partita, la mia squadra fu eliminata. Bastò per capire l’ambiente che si respirava, che fu un fattore molto importante. Farò tutto ciò che potrò per cercare di motivare i tifosi per ricreare quell’ambiente che, mio malgrado, ho subìto”.

Su Pau Lopez

“Io e Gianluca (Petrachi ndr) stiamo lavorando molto intenstamente per costruire una squadra forte. Stiamo ponderando le scelte, vogliamo giocatori che aggiungano qualità. Abbiamo fatto tre acquisti, quando avremo concretizzato altri obiettivi sarà nostra premura comunicarlo. Stiamo lavorando per individuare quei profili che possano rinforzare la squadra”.

Su Gonzalo Higuain

“Sono in piena e totale sintonia con Gianluca e quanto ha detto. Non è mia intenzione di parlare di giocatori non presenti, se Higuain arriverà ne parleremo. Mi sembra giusto parlare dei presenti”.

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“L’obiettivo è tornare in Champions League”

“Il presidente non ha fissato alcun obiettivo, ma l’obiettivo che mi pongo è tornare in Champions League. Un altro obiettivo, un’altra priorità è costruire una squadra forte, ambiziosa e coraggiosa, indipendentemente dal risultato. Una squadra che possa rendere orgogliosi i tifosi anche quando non vince. Se questo dovesse succedere, credo che saremo molto più vicini alla vittoria. Non mi piace fare promesse, non è una promessa. Ho due anni di contratto, sono fermamente convinto di poter vincere una competizione. Non è una promessa, ma è una convinzione”.

Sulle cessioni

“Parto dalla questione di Zaniolo: è un calciatore di grande talento, in cui crediamo. Quel che sto per dire ora vale per lui e per tutti: contano solo presente e futuro, ogni giocatore deve dimostrare di meritare questa squadra. Al pari dei suoi compagni, lui gode della mia fiducia, ma quel che conta è la voglia di costruire qualcosa con giocatori che vogliano sacrificarsi per questa maglia, con giocatori che mettano i loro interessi dietro a quelli della squadra. Per quanto riguarda Dzeko, non ho ancora parlato con lui, ma so che Gianluca ha avuto modo di farlo. Voglio dire che restino qui soltanto i giocatori che sono felici di stare qui e che hanno voglia di lottare per questo club. È una condizione fondamentale avere calciatori dediti alla causa”.

Sulle certezze della rosa

“Evidentemente ci sono dei giocatori che rappresentano delle certezze e che saranno pilastri del futuro. Giocatori che a pieno titolo fanno parte del progetto. Questo è il mio primo giorno nel club, inizieremo domani a lavorare. Mi aspetto che ci voglia un po’ di tempo affinché determinati dettami vengano assimilati, sono positivo e ottimista, convinto che con chi c’è e chi arriverà si possa costruire una squadra forte”.

Su Florenzi  e Pellegrini

“Conosco molto bene i due, li ho affrontati e ho visto tantissime partite della Roma. È importante conoscerli anche da un punto di vista caratteriale, come sono come uomini, è un aspetto molto importante. Un discorso che vale per loro e per tutti, è di fondamentale importanza. Il ruolo lo vedremo, analizzeremo le cose con calma, sperimenteremo e voi stessi ve ne renderete conto. Per concludere il discorso, molto spesso parliamo di esigenze. Io sono qui perché esigo determinate cose dai calciatori, il club lo stesso. Quello che conta è il livello di esigenza che il calciatore pone sulle proprie spalle e quelle del compagno. Portare la fascia di capitano ha un’importanza cruciale: essere leader significa questo e spero che ogni giocatore abbia questo livello di esigenza molto alto perché ritengo che questo tipo di sentimento possa aiutarci a vincere”.

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“Disputeremo un campionato difficilissimo”

“Sono qui perché ho la forte convinzione che possiamo elevare la Roma a un livello successivo. Disputiamo un campionato difficilissimo sul piano tattico, è una sfida affascinante. Ma soprattutto sono qui perché ritengo che possiamo costruire qualcosa di speciale. Poiché non faccio le mie scelte su base economica, ma sulle mie sensazioni, quando ho parlato con Gianluca, che mi ha offerto di venire qui alla Roma, non ho mai esitato o avuto dubbi. Ribadisco, possiamo costruire qualcosa di davvero speciale”.

Sul suo gioco nelle Shaktar

“Quella del sistema di gioco non è la questione più importante. Ciò che è importante sono le dinamiche di squadra. Le mie squadre si sdoppiano, nella costruzione i principi dell’allenatore sono fondamentali, poi bisogna fare i conti con le caratteristiche. Se mi chiedete se i calciatori attuali possano incasellarsi nei miei principi, io dico sì. Per quanto riguarda la questione difensiva, negli ultimi 12 anni ha sempre vinto la miglior difesa. Cureremo la fase difensiva, ma è un registro che cercheremo di migliorare. Difendere bene non significa avere una squadra permanentemente in fase difensiva. Il miglior modo di difendere è tenere il pallone. È fondamentale l’intensità in ogni momento di gioco, pur garantendo stabilità difensiva. Bisogna difendere lontano dalla porta. Se saremo solidi in fase difensiva, ci avvicineremo alla vittoria. Dirò di più: il gioco è diventato più strategico e servirà uno studio approfondito. In Italia si gioca a 4 o 5 in difesa, a 2 o 3 in attacco: servirà una preparazione dal punto di vista strategico. Se mi chiedete se la mia squadra giocherà sempre nello stesso modo, vi rispondo che la mia squadra giocherà in modo strategico per poter battere l’avversario”.

Sulla paura di fallire

“No, assolutamente. Non ho alcuna paura, è un sentimento che non conosco. Non mi piace parlare di me stesso, per gli allenatori parlano i risultati. Se ne faremo di buoni, vedrete chi sono. L’allenatore è i risultati, mi conoscerete così”.

Sul rapporto con Petrachi e l’attaccante ideale

“L’attaccante ideale è quello che fa gol (ride, ndr). Per quanto riguarda il rapporto col DS, devo riconoscere che c’è una ottima complicità. Stiamo cercando di scegliere le opzioni migliori per la squadra. Ci sono due scenari: o Gianluca propone calciatori, o lo faccio io. Insieme, cerchiamo di prendere le decisioni migliori, contando anche le questioni finanziarie. Insieme stiamo cercando di scegliere le opzioni migliori”.