Lo avevamo lasciato nel 2010 come un calciatore forte, di prospettiva e dall’ottimo piede. Lo ritroviamo sette anni dopo come leader tecnico e caratteriale di una Roma che sta iniziando ad ingranare. Nel mezzo la parentesi al Manchester City, dove chiunque lo ha allenato ne ha apprezzato le doti di gioco e di carisma, da Pellegrini a Guardiola. Proprio quest’ultimo avrebbe tenuto volentieri Kolarov, ritenendolo ancora in grado di aiutare una squadra che fino ad ora sta volando in Premier ed in Champions League.
L’IMPATTO DI KOLAROV NELLA ROMA
Pronti, via! Kolarov si prende la Roma già all’esordio, contro l’Atalanta a Bergamo. La sua punizione sotto la barriera regala tre punti molto sofferti a Di Francesco. Ma al di là di questo, il terzino giallorosso sembra davvero un catalizzatore perfetto. Sovrapposizioni sempre puntuali, dribbling travolgenti e cross per Dzeko da far paura. Un rendimento straordinario fino ad ora ed una condizione fisica invidiabile. Non a caso è sempre lui a chiedere palla quando è libero e quando c’è difficoltà nella costruzione. In questo le statistiche danno una mano. Tra Champions e Serie A, l’ex City ha messo a segno 1,9 passaggi chiave a partita, con più della metà dei dribbling riusciti, su una media di 3,4 a partita.
ROMA, IL LEADER TI È COSTATO “SOLO” 5 MILIONI
Kolarov arriva a Roma in estate, tra i soliti mugugni generali. “È un laziale!”, “È a fine carriera, se no perché ce l’hanno dato?”. Insomma, le solite chiacchiere che aleggiano tra i tifosi perennemente pessimisti. Gli stessi che magari lo hanno accolto con striscioni davvero di pessimo gusto sul suo trascorso dall’altra sponda del Tevere. Eppure, dopo circa due mesi, il serbo è uno dei terzini più decisivi d’Europa. Anzi, è quello che ha segnato di più, insieme ad altri colleghi meno conosciuti di campionati minori. Tre gol fino ad ora per lui, tutti e tre fondamentali, contro Atalanta, Chelsea e Torino. Una media di una rete ogni 3,6 partite. Numeri davvero interessanti per un acquisto da “appena” 5 milioni. Un rapporto qualità-prezzo a dir poco spaventoso e, al momento, ben più alto di quello di altri terzini.
ED IL SUO TRASCORSO ALLA LAZIO?
Come abbiamo detto, molti avevano storto il naso all’arrivo di Kolarov per il suo passato nella Lazio. Critiche, striscioni e sentenze come non ci fosse un domani. Ma Aleksandar è un’autentica macchina. I malumori non lo hanno neanche lontanamente scalfito. Lo si evince da quella sua espressione seria, quasi arrabbiata, in ogni circostanza. Dentro e fuori dal campo. Segno di una dedizione e concentrazione che difficilmente potrebbero andare via a causa di qualche fischio ingeneroso alle prime apparizioni in giallorosso. D’altronde la sua professionalità l’aveva già manifestata al suo arrivo nella capitale. Alla domanda sul derby rispose così:
“Quando ero alla Lazio era un periodo importante, come lo è stato il City nella mia carriera, ora sono un giocatore della Roma e sono molto contento di esserci. Non posso e non voglio cancellare il mio passato. Come ho dato il 100% nelle altre avventure della mia carriera darò il massimo per la Roma. Sono contentissimo di essere qui e se faccio gol e vinciamo esulterò“.
Insomma, parliamo di un’autentica intuizione della Roma e del ds Monchi, frutto di organizzazione e programmazione. Ed ora i frutti stanno arrivando.