Roma, la metamorfosi di Javier Pastore

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Esattamente undici anni fa, Giusy Ferreri cantava “a novembre la città si accese in un istante”, una vera e propria similitudine con ciò che sta accadendo in questi giorni a Roma.

Proprio così, la squadra di Paulo Fonseca sta vivendo una vera e propria rinascita non solo a livello di squadra, ma anche a livello di singoli, su tutti quello di Javier Pastore.

La metamorfosi

La cura Fonseca funziona perché il “flaco”, adesso, rappresenta un elemento quasi imprescindibile per l’allenatore portoghese e la sua squadra, a maggior ragione vista la mancanza di uomini in mezzo al campo. Rispetto allo scorso anno, la media voti si è alzata a dismisura, toccando più volte il 7, un traguardo che non era in grado di vedere nemmeno con il binocolo nella stagione passata. Lento, impacciato e (quasi) sempre infortunato, serviva una scossa.

Adesso l’argentino gioca, aiuta i compagni prendendosi anche qualche rischio e si propone spesso in zona offensiva, rispolverando il vecchio lui del periodo in rosanero. Poi, si sa, nel calcio la sicurezza nei propri mezzi è fondamentale e, il buon Pastore, la sta riacquisendo a pieno.

Adesso serve continuità

Squadra e tifosi, di certo, non si accontenteranno soltanto di un paio di buone prestazioni e di qualche assist, va garantita continuità. Per scacciare definitivamente gli spettri dello scorso anno, infatti, Javier Pastore dovrà dare sicurezza in mezzo ad un centrocampo dove gli infortuni prevalgono inesorabili. La strada, però, è quella giusta e il flaco lo sa bene.

Le annate a Palermo, in cui ha giocato 69 partite segnando 14 goal, lo hanno formato, permettendogli di diventare il calciatore più pagato della storia del club siciliano (43 milioni di euro versati dalle casse del Paris Saint-Germain). L’esperienza a Parigi, invece, l’ha consacrato: 186 presenze in 7 anni sono tante in una squadra che di talenti ne ha almeno tre per ogni ruolo. Tutto ciò gli ha fatto guadagnare la stima di un popolo intero, quello parigino che, al suo addio lo scorso anno, lo ha salutato calorosamente al termine della prima gara della stagione contro il Caen.