Questa Roma è senz’anima, non ha un bel gioco e quasi tutti i calciatori sono svogliati e fuori forma. Da inizio stagione i giallorossi vantano solamente una vittoria esterna contro il Torino, nella prima giornata di campionato, e nelle ultime 5 partite la squadra capitolina ha collezionato due pareggi e tre sconfitte.
I tifosi, già scettici da inizio anno, hanno raggiunto il culmine della pazienza dopo la sconfitta pesante contro il Real Madrid al Santiago Bernabeu, di certo uno stadio e una squadra non facili. Quello che ha fatto irritare i supporters è stato l’atteggiamento con cui i giocatori sono entrati in campo: testa bassa, poca corsa e fase difensiva perenne quasi a sperare di non subire gol e ripartire in contropiede cercando fortuna.
Il risultato? Tre gol subiti e 31 tiri effettuati dal Real Madrid, un vero e proprio tiro a segno verso la porta giallorossa con Robin Olsen, estremo difensore romanista, che ha messo in scena una prestazione stellare salvando la Roma da una goleada, con bellissime parate.
COSÌ NON VA
Nel match di Champions il pubblico ha assistito ad un ennesimo esperimento di Eusebio Di Francesco: il tecnico giallorosso, infatti, ha schierato dal primo minuto il centrocampista italiano classe 1999 Nicolò Zaniolo, lasciando in panchina giocatori del calibro di Bryan Cristante e Lorenzo Pellegrini che ultimamente non hanno fornito buone prestazioni ma hanno sicuramente più esperienza da mettere in campo.
La squadra nel complesso ha deluso le aspettative e i nuovi acquisti devono ancora ingranare ed entrare in forma. Sembra infatti che i giallorossi dopo le cessioni di Alisson, Nainggolan e Strootman si siano spenti e che Monchi abbia sostituito questi in malo modo con giocatori giovani e di poca esperienza internazionale. Il sostituto di Nainggolan, Javier Pastore, è infortunato da settimane a causa di un problema alla caviglia di cui nessuno conosce i tempi di recupero; il centrale francese William Bianda, acquistato per proporre una valida alternativa in difesa, è “retrocesso” in Primavera dove sta facendo malissimo; il centrocampista Ante Coric non è stato neanche convocato contro il Chievo; Steven Nzonzi appare lento e macchinoso e Justin Kluivert a Madrid si è accomodato in tribuna per una lite con Rick Karsdorp in allenamento. Insomma, non proprio le prestazioni che tutti i tifosi si aspettavano dai nuovi acquisti.
Inoltre Patrick Schick, che nel precampionato sembrava essere rinato, nel match del Bernabeu ha messo in scena una prestazione da 2 in pagella, sbagliando tutti i passaggi e mostrando una voglia di giocare pari a zero. Infatti, per ora, non c’è nessun ballottaggio con Edin Dzeko che è sicuro di avere il posto da titolare, ma anche quest’ultimo non è più quel giocatore utile e goleador implacabile che tutti abbiamo ammirato per due anni consecutivi.
I “senatori” della squadra non si mostrano sicuri della proprie giocate e Fazio sembra tutto un altro giocatore rispetto allo scorso anno, con Kolarov che sembra “invecchiato” fisicamente e mentalmente all’improvviso.
PANCHINA IN BILICO
Sicuramente non è il colpevole principale di questa crisi, ma anche Di Francesco ci sta mettendo del suo, modificando ad ogni partita formazione, sistema di gioco e schemi e confondendo la squadra mettendo a dura prova l’intesa tra i giocatori. I tifosi romanisti sono in piena contestazione con la società, criticano le scelte sbagliate di mercato, l’allenatore e le prestazioni della squadra.
Insomma un clima tutt’altro che tranquillo. La Roma ora deve cercare di cambiare atteggiamento già da domenica prossima, che vedrà i capitolini confrontarsi in trasferta contro il Bologna di Filippo Inzaghi, e dovrà cercare di rialzarsi come ha sempre fatto, anche attuando cambiamenti drastici in ambito societario, con la panchina di Eusebio Di Francesco che già dopo poco più di un anno è decisamente in bilico.