Un periodo torrido, freddo, di lontananza e di nostalgia per il passato glorioso. Sandro Tonali e la Nazionale hanno camminato fino a poco tempo fa su due strade parallele, non potendosi incontrare, vivendo un periodo simile che a definirlo infernale e brutto sarebbe veramente troppo banale e semplice. Le difficoltà, gli sbagli, l’opinione pubblica che ti assale e che ti fa la morale, le spalle contro al muro, i filosofi di vita che ti imputano qualsiasi tua scelta e che, dall’alto della loro lungimirante (si fa per dire) esperienza, ti indicano la strada maestra.
Il destino sa essere cinico e baro, ma poi in qualche modo, sa darti ragione. Sopratutto quando agisci riconoscendo le tue debolezze e i tuoi recenti, ma passati, errori. Sandro e la Nazionale quelle due strade parallele le hanno fatte incontrare, prendendosi di nuovo per mano per non lasciarsi ora mai più.
Una prima parte di 2024 da dimenticare: le tappe di Tonali e della Nazionale
Pappalardo fece successo con “Ricominciamo” nell’ormai lontano 1998. Lo riprendiamo, senza scomodarlo ovviamente, ma queste prime strofe “Io senza amore non so stare, io non posso restare seduto in disparte né arte né parte non sono capace di stare a guardare” cantano in un modo quanto mai preciso e sensato ciò che è stato della storia d’amore fra Tonali e la Nazionale nel 2024. Il centrocampista, nello scorso ottobre, viene bloccato dalle autorità: il coperchio delle scommesse salta, il suo cognome sul banco degli imputati. A lanciare lo scoop Fabrizio Corona, i carabinieri arrivano a Coverciano nel pomeriggio del 12 ottobre 2023, Tonali con Zaniolo vengono prima interrogati, poi lasciano il ritiro azzurro. La gente rimane sconcertata e sorpresa difronte a questa notizia, che poi entrerà da lì a poco, anche nelle case di un altro bel viso azzurro ossia quello di Nicolò Fagioli.
Una notizia sconfortante, che lascia tutti masticare amaro e a pensare come un gioco possa diventare alla lunga una malattia cocente. Il centrocampista passato al Newcastle non fa una piega, accetta i capi di accusa, ammette e riconosce le sue colpe, si chiude nella sua nuova casa inglese per rimediare, allenarsi e preparare il ritorno, senza buttarsi giù. Anzi sudando ed ingoiando rosari duri da buttare giù, come la sua non partecipazione ad Euro 2024 in cui la Nazionale era chiamata a difendere il titolo.
La spedizione in Germania arriva, ma Spalletti cade nella confusione. Gli azzurri non hanno un’anima, soffrono (non solo) a centrocampo di qualità e di quel dinamismo che Sandro riusciva a dare. Si esce agli ottavi strapazzati dalla Svizzera. Segue un’estate di polemiche, di silenzio e di progetti pronti per essere messi da parte. Poi una sera di fine estate, quasi improvvisamente e nell’ombra, in uno dei teatri sportivi più belli d’Europa, a Parigi, qualcosa cambia. D’improvviso tutto sembra tornare al suo posto…
Il sussulto di Parigi: Tonali al centro della Nazionale di Spalletti
Sera di venerdì 6 settembre 2024. Stade De France, prima giornata di Nations League. La Nazionale di Spalletti, uscita ridimensionata e dir poco dall’Europeo, affronta la corazzata Francia. Dopo 6 secondi il solito Di Lorenzo perde palla e Barcola batte un incolpevole Donnarumma che ancora letteralmente doveva indossare i suoi guanti. “Ho pensato ne prendessimo 6“, Frattesi dirà a fine partita. Un’altra umiliazione. E ci verrebbe da chiedere chi non lo avesse pensato in quegli attimi soprattutto difronte a quei mostri sacri.
Qualcosa però faceva celare uno spartito diverso, radicalmente opposto di questi brutti pensieri appena detti. Perché poi l’italiano è famoso per come si rialza quando tutto sembra ormai finito. Famoso per come incassa i colpi e d’improvviso alza la voce. E Sandro non gridava da tanto, troppo tempo. Dal secondo immediatamente successivo al gol di Barcola, il centrocampista italiano raccoglie la palla in fondo alla rete ed inizia a prendersi pian piano le chiavi del centrocampo. Danzando serve l’assist per l’1-1 splendido di Dimarco, poi conquista la mediana facendo ammattire Kante e Fofana, non proprio gli ultimi due arrivati. Il padrone di Parigi ed il condottiero che al 95esimo del match sgasa lasciando sul posto e portandosi dietro mezza Francia. Quasi come se avesse segnato sul taccuino quela partita come quella del grido: “Sono tornato, ora non sbaglio più. Ora mi riprendo ciò che è mio“.
A fine partita l’elogio di Spalletti ed i complimenti social di chi lo aveva criticato e condannato, sempre da sapientoni della vita altrui non capendo che anche un campione (sì perché nel suo lo è) possa avere dei momenti di sconforto, di solitudine e che non conta solo il dio cinico Denaro. Specie poi in questa società che vive di social, drogata dall’utilizzo degli smartphone che porta tutto ad una realtà distorta e diversa. Un uomo può sbagliare, ma può rimediare. E Tonali ha iniziato a fare la voce grossa proprio da dove quella notizia sconfortante era partita: da Coverciano, in quel freddo giorno di ottobre.
Il cuore del centrocampista box to box ha ripreso a battere lì nel mezzo, in silenzio. Perché se “Ricominciamo” di Pappalardo indica il momento della risalita, le strofe “Lavorando come Oriali Anni di fatica e botte e vinci casomai i mondiali” di “Una vita da mediano” di Ligabue fanno sognare un finale che sarebbe oltre che lieto anche giusto per un ragazzo che ha sbagliato, che ha sofferto piangendo e che è pronto ora a riprendersi quello che gli spetta.
Sarebbe “Colpa delle Favole” vincere un Mondiale. Lo sappiamo che metteresti quella canzone lì, la stessa che hai pubblicato quando sei arrivato al Milan l’amore eterno della tua una vita calcistica, e che chissà quante volte avrai ascoltato in loop in questi mesi freddi. Il peggio è passato Sandro, è tempo di asciugarsi le lacrime e tornare a vincere insieme.