Alle 14.00, nel Salone d’Onore del CONI, si è tenuta la conferenza stampa di Francesco Totti che ha annunciato il suo addio alla Roma.
L’ex numero dieci giallorosso ha fatto chiarezza su molti aspetti, incentrandosi sui rapporti con la società, che lo hanno spinto a dimettersi dal ruolo di dirigente ed a rifiutare il ruolo di Direttore Tecnico. Di seguito riportiamo le sue dichiarazioni.
Sull’addio
“Io devo solo ringraziare la gente di Roma per come mi hanno trattato, c’è sempre stato un reciproco rispetto. Posso solo dire di continuare a tifare la Roma, che per me è la squadra più importante del mondo. Vederla in questo momento così difficile mi rattrista. I tifosi della Roma sono diversi da tutti gli altri, l’amore che hanno nei confronti di questa squadra è talmente grande che non potrà mai finire. Anche da fuori continuerò sempre a tifare Roma. È un arrivederci, non un addio. Da Francesco posso dire che è impossibile vedere Totti fuori dalla Roma, da tifoso mi dà fastidio. Quando un’altra proprietà punterà forte su di me, sarò pronto a tornare”.
Sul futuro
“Posso fare tante cose. Sto valutando tranquillamente, questo mese valuterò le offerte e quella che mi farà stare meglio la prenderò col tutto il cuore. Ho sempre dato il massimo e se prenderò una decisione sarà definitiva”.
Sul sentirsi messo in secondo piano dalla società
“Non c’è un colpevole, non indicherò nessuno. È stato fatto un percorso, non è stato rispettato e ho deciso di andarmene. Tutti sappiamo che hanno voluto che io smettessi da calciatore. Avevo un contratto di sei anni da dirigente, sono entrato in punta di piedi perché era un altro ruolo. Sono due cose completamente diverse anche nella stessa società. Di promesse ne sono state fatte tante, ma alla fine non sono mai state mantenute. Loro sapevano che cosa io volessi. Con il passare del tempo giudichi e valuti, anche io ho un carattere ed una personalità, non sto qui a fare quello che ogni tanto mi chiedono di fare. Lo facevo per la Roma, ma non volevo continuare e mettermi a disposizione di altre persone che non volevano facessi questa cosa”.
Sulla “deromanizzazione”
“È stato un pensiero fisso di alcune persone che volevano togliere i romani dalla Roma. È prevalsa la verità alla fine, perché hanno ottenuto quello che volevano. Da otto anni a questa parte, con gli americani, hanno cercato in tutti i modi di metterci da parte. Hanno voluto questo e ci sono riusciti”.
Sul rapporto con Franco Baldini
“Il rapporto con lui non c’è mai stato e mai ci sarà. Ci sono degli equivoci e dei problemi interni nella società, uno dei due doveva uscire e mi sono fatto da parte io. Ci sono troppe persone nella società che mettono bocca, ognuno dovrebbe fare il suo. Dire il tuo pensiero non serviva perché poi l’ultima parola era a Londra, era tempo perso”.
Sul futuro della squadra
“I problemi della società li conosciamo tutti, soprattutto per il fair play finanziario e le cessioni entro il 30 giugno. Hanno fatto questa scelta difficile, ovvero di vendere calciatori più forti, perché è più facile prendere soldi e tamponare i problemi che ci sono dal punto di vista economico. Bisogna essere trasparenti, soprattutto con i tifosi. Ho sempre invitato i dirigenti a dire la verità. Quando un anno fa dissi la verità, ovvero che la Roma poteva lottare per il quarto posto e la Juventus avrebbe vinto facilmente lo scudetto, mi dissero che ero incompetente e che levavo i sogni ai tifosi e ai giocatori. Se dici la verità sei inattaccabile, io sono abituato a dire la verità. Se è così, io non posso stare qua dentro”.
Sull’assenza di Pallotta
“Per me pesa tantissimo. Il giocatore trova sempre un alibi, una scusa. Quando le cose vanno male dicono che manca il presidente, il direttore sportivo, il direttore tecnico, un interlocutore della società. Questo crea problemi alla squadra e alle partite, per me crea un danno. Il presidente deve essere più sul posto: quando vedi un capo stai sull’attenti e lavori come dovresti lavorare. Quando non c’è il capo fanno tutti come gli pare, è così ovunque. Quando ti alleni senza il mister, con il secondo allenatore fai lo stupido, col mister vai a 300 all’ora. È un esempio semplice, ma perfetto”.
Su un ipotetico cambio di proprietà
“Ho girato vari continenti, ci sono tante persone che vorrebbero investire, ma fino a quando non vedo nero su bianco non ci credo. Posso dire che la Roma è amata e stimata in tutto il mondo, in tanti la vorrebbero prendere. Sulla prima domanda, ormai il vaso s’era riempito. Tante cose mi hanno fatto riflettere e pensare. Come ho detto, non sono mai stato considerato, in due anni avrò fatto dieci riunioni, chiamandomi sempre all’ultimo. Subentra il rispetto verso il dirigente e la persona, ho cercato in tutti i modi di mettermi a disposizione, ma dall’altra parte vedevo che era diverso il pensiero”.
Sul ruolo di Direttore Tecnico
“Prima di tutto devo spiegare che non ho mai chiesto soldi, né di comandare tutto. Ho chiesto di dare un contributo e di metterci la faccia, decidere come gli altri. Fanno il direttore sportivo, l’allenatore e non mi chiamano. Non sono andato a Londra perché mi hanno avvertito due giorni prima. L’allenatore era già fatto, il ds forse. Perché sarei dovuto andare? L’unico allenatore che ho chiamato è Antonio Conte. Mihajlovic, Gasperini, Gattuso e così via non li ho mai chiamati. Se fanno passare che ho chiamato tutti e che l’unico che non ho chiamato è Fonseca non va bene. Io per stupido non ci passo. Questa è la realtà. Rivedermi a Roma senza Baldini? Se il vaso è rotto non si possono rimettere i cocci al posto giusto. Potevano fare questa scelta prima, è giusto che rimanga così se non ci hanno pensato prima”.
Su Fienga e Pallotta
“Guido Fienga è l’unico che ci ha messo la faccia, proponendomi di fare il direttore tecnico, se non ci fosse stato lui sarei rimasto così. È inutile continuare su questa strada. L’unico che ho chiamato con Fienga è Claudio Ranieri. Oggi sento di dover ringraziare anche Ranieri, perché ha fatto il massimo per noi ed è un uomo vero. I tifosi gli hanno dato un contributo all’addio di Daniele (De Rossi, ndr) ed è doveroso fargli un saluto. Le dichiarazioni di Pallotta? Non sono qui ad andare contro di lui, non mi serve dire bugie. Dico la verità. Guido Fienga la proposta del direttore tecnico me la fece qualche mese fa. Tutti sanno che avrei voluto fare il direttore tecnico. Se c’è però uno che ti mette il bastone tra le ruote e trovano ogni volta un intoppo, non resto qui a fare lo stupido. Non ho scelto il direttore sportivo, non ho scelto Fonseca. Se fosse venuto Conte sarei rimasto? Sì, ma anche se mi avessero chiamato prima di scegliere l’allenatore sarei rimasto. Avrei voluto vedere la fiducia in me. Con Conte è successo perché abbiamo pensato di portarlo io e Guido Fienga. Ho detto a Fienga che solo Conte in questo momento poteva rialzare la piazza. Lui ci aveva dato l’ok. In secondo piano l’ha saputo Pallotta ed era contento che si potesse fare, poi però ha scelto di andare all’Inter e ora non è giusto parlarne visto che è da un’altra parte”.
Sul caso De Rossi
“La risposta è banale, non ci ho messo la bocca, potrei dire così. Ho detto ad alcuni dirigenti da settembre di comunicare subito a De Rossi la loro decisione, perché era il capitano della Roma e andava rispettato. Poi ci sono stati gli infortuni, la situazione si è complicata. Il problema è che a Trigoria si fa passare troppo tempo. Deve esserci una persona a decidere. Le parole a De Rossi nel giorno del suo addio? A Daniele ho parlato da amico, gli dicevo di andare al di là. Non potevo espormi, ero pur sempre un dirigente, ma ho cercato di aprirgli gli occhi. Non riesco a capire se è una cosa voluta o perché non ci pensano, se fosse il primo caso sarebbe una cosa brutta. Hanno sempre voluto togliere i romani dalla Roma”.
Su Sarri
“Io non l’ho mai contattato, era un suo pallino (di Baldini, ndr), ma è una domanda da fare a lui. Non so quali fossero i suoi obiettivi e le sue valutazioni. È un grande allenatore, avrebbe fatto comodo alla Roma, però anche lui era sotto contratto, aveva problemi con il Chelsea. Ora però parliamo del nulla, parliamo dell’attualità, Fonseca deve trovare un ambente tranquillo e sereno e una strada senza intoppi. La gente lo stima per come si è messo a disposizione, da ciò che ho visto è un grande allenatore, che ha studiato e che allo Shakhtar ha fatto bene. Spero possa far bene con la Roma”.
Sul perché non sia arrivato Conte
“Conte non sarebbe venuto per fare rivoluzioni, volera competere da subito”.
Su un maggiore impegno economico della società
“Diciamo che Totti non avrebbe cambiato la Roma, ma avrebbe dato il suo contributo. Non sono state fatte promesse reali, da tifoso ho dei sogni: vedere la Roma competere ad alti vertici, come anni fa. Anche se arrivavi sempre secondo, eri competitivo, qualche coppa la vincevi. Ci sono dati di fatto, ci sono problemi finanziari e vanno rispettati. Se hai un rosso di 50 milioni devi vendere un pezzo importante, non un giovane”.
Su se verrà a tifare la Roma allo stadio
“Sono tifoso della Roma. Può darsi che andrò anche in Curva Sud, anche se la partita non la vedo. Mi dovrei mettere la parrucca (ride, ndr). Ci potrei andare con Daniele (De Rossi, ndr), se non andrà a giocare da un’altra parte”.
Su se qualcuno l’avesse “pugnalato” dentro Trigoria
“Sì, ci sono persone che non vogliono che sia là dentro. Ci sono persone che fanno il male della Roma dentro Trigoria e Pallotta si fida di loro. Io conosco Trigoria come i miei jeans, conosco tutti e so come va gestita. Conosco i problemi e le soluzioni, chi parla male e chi parla bene. Come fai ad andare avanti ed essere coesi per aiutare una società? Ognuno fa il bene di sé stesso”.
Sulle abitudini fuori Trigoria
“Padel, calcetto e vacanze (ride, ndr)? È normale che devo rispondere a queste cose? Io quando faccio beneficenza e partite, loro sono al corrente. Dicono che è importante perché porto la Roma nel mondo. Vogliamo parlare della settimana bianca? Tutti ci vanno, il problema è che non li riconosce nessuno e non si viene a sapere. Io sono andato fuori tre giorni prima del derby, ma venerdì ero a Trigoria”.
Sulle offerte di altri club
“Ci sono state alcune offerte da squadre italiane, una stamattina, le prendo in considerazione perché sono libero. Quale squadra? Ora non posso, ma tanto lo sapete meglio di me. Io le cose le ho sapute leggendo i giornali: di alcuni allenatori, dirigenti o giocatori. Questo fa capire che considerazione avevo”.
Su Pallotta
“Mi ha tenuto qui e mi ha fatto conoscere tante cose, io non sputo sul piatto dove ho mangiato. Deve essere bravo a recuperare la fiducia della gente, spero che le persone che lo circondano gli diano consigli giusti. Non ci ho mai parlato, solamente dopo aver smesso a Londra. Dopo l’addio non ho mai avuto modo di parlarci.”
Su Florenzi e Pellegrini
“Florenzi no, Pellegrini sì. Gli rinnovo i complimenti per il gol in Under 21. Non ci credeva che io potessi andarmene, ma ci crederà. A lui ho promesso tante cose, che spero possano avverarsi, è un ragazzo speciale, può dare tanto a questa maglia. È tifoso della Roma e qualche romano dentro serve sempre. Vedere alcuni giocatori che quando perdono ridono, ti fa girare le palle, i tifosi queste cose non le sanno. Ci sono anche dirigenti felici di perdere, di cui non farò mai i nomi, neanche sotto tortura. La Roma deve essere sempre davanti a tutti, se si cammina uniti vai dritto, se qualcuno esce dal binario sei finito e vai fuori strada”.
Su Monchi
“Non farò nomi contro i giocatori, per rispetto, ma un episodio c’è: tornavo dalle vacanze, il primo anno che ho smesso. Mi è stato chiesto un parere su un giocatore, avevo detto che non sarebbe stato un bene per la Roma, perché non era adatto a Di Francesco e veniva da tremila infortuni. Alcuni dirigenti se la presero con me perché andavo contro il loro pensiero. Non chiedetemi il nome del giocatore, avrei fatto un’altra scelta e ci avrei azzeccato sotto un certo punto di vista. Avrei preso uno dell’Ajax, lo sapete vero? Monchi? Non l’ho più sentito”.
Su Di Francesco
“Sì, difendo Di Francesco ora, anche se non l’ho portato io a Roma come ha detto qualcuno, l’ha scelto Monchi. Lui ha chiesto dei giocatori, ma non gliel’hanno mai comprati. Le cose si devono sapere, è inutile nascondersi. La verità fa male, no non sto difendendo il mister che ha sbagliato anche lui alcune scelte”.
Su cosa dovrebbe invogliare i nuovi acquisti a venire a Roma
“Se vieni è una scelta tua, io non ti dico che è tutto bello. Quali sono le cose belle? La città, il mare, la montagna e i tifosi della Roma che sono i più belli del mondo”.