La partenza da sogno dell’Udinese nella nuova stagione di Serie A è sotto gli occhi di tutti. 10 punti conquistati in 4 partite con 3 vittorie e un pareggio sul proprio taccuino, e un primo posto in classifica che mancava da più di 10 anni, praticamente dai tempi di Totò Di Natale e Francesco Guidolin. Che cosa si nasconde dietro questo inizio fantasmagorico? Ripercorriamo insieme gli ultimi mesi bianconeri: dall’arrivo – e dal criterio di scelta – in panchina di Kosta Runjaic, al calciomercato condotto dalla società, passando per un tentativo di analisi tattica finale del modulo scelto dal tecnico.
Chi è Kosta Runjaic?
La storia del neo allenatore dell’Udinese non è poi così comune. Dopo la sua breve carriera da calciatore, il nativo di Vienna aveva iniziato a vendere assicurazioni, una galassia completamente lontana da quella del calcio, in particolar modo da quella dei tecnici, ma il richiamo del suo vecchio habitat gli ha ben presto fatto cambiare idea. La sua avventura inizia da vice in seconda divisione tedesca, alla seconda squadra del Kaiserslautern tra il 2004 e il 2007, prima di compiere la sua prima impresa con il Darmstadt, conducendolo dalla Regionalliga Sud alla 3. Liga. Si susseguono una serie di esperienze che sanno di gavetta tra la Germania e la Polonia, fino ad arrivare al Legia Varsavia nel 2022, club con cui si fa notare proprio dall’Udinese. Il suo percorso nell’ultima edizione della Conference League, che ha visto i polacchi superare la fase a gironi di una competizione europea per la prima volta dalla stagione 2014/2015, ha confermato ancora di più le intenzioni dei dirigenti bianconeri di puntare su di lui.
Il calciomercato estivo
La linea guida seguita dalla dirigenza friulana è stata la seguente: profili giovani – alcuni anche semi-sconosciuti – e di prospettiva, salvo alcune eccezioni come il ritorno di Alexis Sanchez. L’obiettivo numero uno è quello di non replicare la stagione travagliata dello scorso anno, con una salvezza raggiunta solo al fotofinish e con una serie di cambi in panchina, compreso uno a pochi giri dal termine. La scelta di puntare su Runjaic, all’inizio, sembrava una follia: nessuna esperienza in un campionato pari a quello della Serie A e appeal internazionale pari a zero ma, al momento, sembra che la strategia di Pozzo e dei suoi collaboratori stia portando i suoi frutti. Veniamo al campo: le conferme di Lorenzo Lucca e Florian Thauvin hanno dato il via alla campagna acquisti sostenibile dei bianconeri, i quali si sono “liberati”, anche se a malincuore, sia di calciatori ormai avanti con l’età (vedasi Pereyra andato all’AEK Atene) che di pedine importanti come Samardzic e Nehuen Perez. Inseriti in rosa, di contro, personalità come Iker Bravo, giovanissimo talento spagnolo laureatosi campione d’Europa U19, Damian Pizarro, Jurgen Ekkelenkamp, trequartista classe 2000 e Jesper Karlstrom, il più “anziano” dei precedenti, visto che ha 29 anni. In sostanza, l’Udinese ha messo su una squadra giovane, ma funzionale all’idea di gioco del suo nuovo mister, il quale ha potuto godere di un ambiente per nulla pressante.
Come gioca l’Udinese di Runjaic?
Il modulo prediletto del tecnico tedesco è un classico 3-5-2, adattabile in un 3-4-2-1 in fase di possesso, con due trequartisti alle spalle della punta. Aggressività e compattezza in tutti i reparti sono le chiavi del gioco della nuova Udinese. Difesa arcigna e fisica (basti pensare che Thomas Kristensen, uno dei tre centrali difensivi, è alto quasi 2 metri) e centrocampo organizzato, con due laterali volti a giocare all’attacco come Ehizibue e Hassane Kamara e due mediani contenitivi del calibro di Lovric e Payero. Spazio, invece, a Thauvin e Brenner dietro Lucca per completare lo scacchiere. In fase di non possesso, o come accaduto a Parma dal 1′ minuto, il francese ex Marsiglia può arretrare dando una mano a metà campo in copertura lasciando campo libero al brasiliano di cui sopra in avanti, oppure partire senza di lui con Thauvin e Lucca tandem offensivo. C’è da dire, inoltre, che in passato Runjaic ha optato anche per moduli con la difesa a 4, variando tra il 4-3-3 e il 4-1-4-1 mostrando più aggressività. Chissà che, quindi, in futuro non possa trasformare l’Udinese in una squadra ancor più votata all’attacco, con l’obiettivo primario di divertirsi e, soprattutto, far divertire.