Mesi che hanno cambiato il calcio, quelli segnati dal coronavirus, ma ora la volontà è quella di ripartire: parola del Presidente della UEFA Aleksander Ceferin, che ha parlato ai microfoni del quotidiano inglese Guardian, e si è detto molto fiducioso per la ripresa delle competizioni sportive. Tra i temi trattati dal numero uno della UEFA il tema dei tifosi: quando veramente i supporters dei club potranno veramente tornare negli stadi?
“Tifosi allo stadio molto presto”
Tanti i temi trattati da Ceferin nel corso di questa intervista: dal rimandato Euro 2020, alla prossima finestra di mercato, passando anche per il ritorno alla normalità del calcio europeo. “C’è ancora molto da fare, da qualche giorno sono tornato in sede e ho incontri dalle 9 alle 23. Poi torno a casa ed è difficile addormentarsi, sarei abbastanza irresponsabile se ci riuscissi. Per noi la situazione non è così allarmante, ma ci preoccupiamo per leghe, club e altre parti interessante. Quando ho rinviato Euro 2020 è stato ancora peggio, non riuscivo ad addormentarmi e mi svegliavo nel cuore della notte. Se scommetterei sul regolare svolgimento di Euro 2021? Sicuramente sì. Non credo che questo virus durerà per sempre, penso che la situazione cambierà prima di quanto molti pensano. È una situazione seria ma sta migliorando, siamo più informati e io per natura sono ottimista. Siamo pronti e seguiremo le raccomandazioni delle autorità ma sono sicuro che il buon vecchio calcio coni tifosi tornerà molto presto”.
Il coronavirus sicuramente ha influenzato il calcio, altrimenti esso non si sarebbe fermato e non si sarebbero rinviate tutte le top competizioni europee, ma il Presidente della UEFA si è detto molto molto ottimista in relazione al futuro e alla ripresa, sottolineando il fatto che il calcio abbia passato quasi “indenne” anche lo scotto della Seconda Guerra Mondiale. “Non credo che nulla cambierà per sempre, ma è una nuova esperienza e quando ci libereremo di questo sanguinoso virus le cose torneranno alla normalità. Il calcio non è cambiato dopo la seconda guerra mondiale o la prima guerra mondiale e non cambierà nemmeno a causa di un virus. Ho sentito dire molte volte che il mondo non sarà più lo stesso dopo e questo potrebbe essere vero, ma il mio punto di vista è perché non pensare che il mondo sarà migliore dopo questo virus? Perché non pensare che saremo più intelligenti o finalmente capiremo quanto siamo fragili? Potrebbe essere una lezione per tutti noi”.
“Il prezzo dei giocatori cambierà? Dipenderà dal mercato stesso”
E poi un parere anche sulla prossima finestra di mercato, prima tranche post coronavirus: “Non credo che i giocatori siano avidi, è semplicemente il mercato a decidere se un giocatore vale 20 milioni a stagione oppure meno. Quindi ora bisognerà vedere quale sarà la risposta del mercato stesso, ma non credo sia giusto dare degli avidi ai giocatori o che loro non siano giusti per lo stipendio che prendono. Portano anche molte entrate al calcio che è una grande industria, che paga una grande quantità di tasse. E anche il calciatore le paga, quindi non si tratta di giocatori avidi o di club poco saggi ma semplicemente di regole di mercato”.