A poco più di due anni dalla sua introduzione ufficiale in Serie A, quasi ogni domenica vediamo in TV opinionisti e giornalisti parlare del VAR, del suo utilizzo o del suo non utilizzo. Ci si lamenta dell’espulsione non data, del rigore non assegnato, o del perché l’arbitro non sia andato a rivedere l’azione sullo schermo. Ma sappiamo davvero cos’è e come funziona il VAR?
VAR: cos’è?
Partendo da una semplice definizione, per VAR si intende “Virtual Assistant Referee”, vale a dire “Assistente Virtuale dell’Arbitro”. Fondamentale è capire che questo “sistema” è una macchina guidata da una persona e un insieme di processi che, come tale, non è infallibile. Per essere precisi, a guidare questa macchina, non è uno, ma sono ben due umani (sì, ogni tanto bisognerebbe ricordarsi che anche gli arbitri sono degli esseri umani).
In breve, ad accompagnare i 4 arbitri presenti sul campo, ce ne sono 2 supplementari che invece si trovano in una specie di cabina di regia. In questo spazio, i due ufficiali di gara, grazie alle telecamere presenti allo stadio, possono vedere da diverse angolazioni degli episodi, ed eventualmente, suggerire all’arbitro principale di rivedere una sua decisione. Come detto però, il VAR può soltanto consigliare all’arbitro principale e la decisione finale spetterà sempre a quest’ultimo.
Tutto il processo può entrare in funzione solo a gioco non in svolgimento. Proprio per questo, spesso vediamo degli interventi che vengono revisionati anche dopo minuti dal momento cui sono accaduti, ma sempre alla prima interruzione di gioco, con magari decisioni diametralmente opposte. Prendiamo ad esempio un precedente. SPAL – Fiorentina del 17 febbraio scorso in cui un gol segnato dalla SPAL, venne annullato per un fallo da rigore subito dalla Fiorentina minuti prima.
Come e quando funziona il VAR: le decisioni oggettive
Per prima cosa bisogna suddividere tutte le decisioni che un arbitro può prendere in oggettive e soggettive. Come facile intuire, le decisioni oggettive sono tutte quelle situazioni che non dipendono da una decisione umana. Un esempio è il fuorigioco. Se durante una revisione un calciatore risulta essere in posizione irregolare, lo è in maniera oggettiva e certa, e non c’è possibilità che qualcuno possa affermare che non lo sia.
Quindi verrà segnalato all’arbitro la posizione di offside, il quale procederà a riprendere il gioco dal momento e dal luogo in cui quel fuorigioco si è concretizzato. In questo caso il protocollo non prevede che l’arbitro vada a rivedere l’azione, per il semplice motivo che non c’è nulla da giudicare, sarà fuorigioco e basta. Stessa cosa può valere per un pallone che esce dal terreno di gioco per esempio.
Le decisioni soggettive
Le decisioni soggettive invece, dipendono sempre e solo dal giudizio dell’arbitro principale. Prendiamo il caso di un intervento falloso, l’arbitro e solo lui può decidere se un intervento è sanzionabile o meno. Il compito del VAR è semplicemente quello di suggerire all’arbitro di rivedere l’azione al monitor, ed eventualmente di modificare la sua decisione. Ciò può avvenire solo e soltanto quando l’arbitro commette un chiaro ed evidente errore e quando le immagini chiariscono con certezza che l’arbitro ne abbia commesso uno.
Di fatto potrebbe capitare che un arbitro chiamato a rivedere un’azione, possa decidere di non cambiare la sua decisione se le immagini non chiariscono con certezza (all’arbitro stesso) che la valutazione dell’episodio sia sbagliata. Per chiarirci, si pensi allo scorso febbraio, nei minuti di recupero di Fiorentina – Inter viene concesso un rigore ai viola dal direttore di gara Abisso. Il VAR suggerisce al fischietto siciliano di rivedere l’azione, il quale va al monitor e visto l’episodio decide di confermare la sua decisione.
Sebbene per tutti sia un chiaro errore dell’arbitro, se lo stesso direttore di gara non ritiene che le immagini chiariscano completamente che abbia commesso un errore, la decisione non può essere cambiata. In questa situazione quindi, il VAR ha funzionato perfettamente, seguendo tutto il protocollo in maniera precisa. L’errore, se così può essere definito, è dell’arbitro e non del VAR. Paradossalmente però, a seguito di questo episodio, la cronaca calcistica era invasa da giudizi negativi sul VAR e sulla sua utilità.
Perché anche col VAR vengono commessi comunque degli errori?
In conclusione, sebbene questa tecnologia sperimentale abbia abbassato di molto gli errori commessi dalla classe arbitrale, capita comunque che ogni settimana una qualche tifoseria abbia da lamentarsi. Gli errori vengono commessi per il semplice fatto che gli arbitri sono umani, e come tali, possono sbagliare, anche se utilizzano una macchina.
Il VAR è una tecnologia nuova che ogni anno va migliorata ed usata in maniera più efficacie, ma ciò detto, non sarai mai perfetta e priva di incidenti. Come le automobili d’altronde, sono macchine, alla guida c’è un uomo, ma anche dopo 130 anni dalla costruzione della prima automobile, ogni giorno ci sono migliaia di incidenti stradali. Bisognerebbe soltanto accettare l’errore, che può capitare.
Ma forse è per questo che amiamo il calcio, perché è bello parlare di errori e di decisioni giuste, perché vorremo sempre difendere la nostra squadra del cuore e perché 90 minuti non ci bastano. Quindi, quasi ogni domenica sera, davanti alla TV, diventiamo tutti opinionisti, tutti giornalisti, tutti a parlare di calcio e… di VAR.