Sarri: “Giusto lasciare la Lazio, calciatori in buona fede. Voglio una squadra giovane”

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Maurizio Sarri - Foto Antonio Fraioli

Maurizio Sarri è alla ricerca di una squadra e, ai microfoni di Sportitalia, non si è risparmiato sul dire che tipo di team vorrebbe allenare. Non sono mancati, inoltre, commenti sul suo addio alla Lazio e, più in generale, sulla stagione appena trascorsa.

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Maurizio Sarri – Foto Antonio Fraioli

L’addio alla Lazio

“La Lazio? Ti rimangono sensazioni anche contraddittorie tra di loro. L’esperienza è stata bella a livello globale, abbiamo conquistato il miglior piazzamento dell’era Lotito. Resta la delusione per l’ultimo mese che non scalfisce quanto fatto negli ultimi tre anni. La decisione è stata giusta, la squadra aveva bisogno di una scossa forte che però ho avuto soltanto io. Avevo la sensazione di non riuscire a togliere i calciatori più esperti da una condizione di piattezza generale che portavano a partite tristi”. 

Secondo posto irripetibile

“Era difficilissimo ripetersi sui livelli del secondo posto. Il risultato è stata frutto di un’annata eccezionale, in cui hanno fallito squadre più forti di noi a livello di organico. Alla Lazio stavo bene, ero riconoscente a un gruppo di calciatori che aveva fatto una stagione di altissimo livello. Le dimissioni potevo darle dopo il secondo posto. Non posso rinnegare una scelta che ho fatto con il cuore e non con la testa. Ho lasciato un anno di contratto? Ci sono momenti in cui una scelta va fatta”.

Squadra piatta e insoddisfazione

“Si è venuta a creare una situazione in cui facevo fatica a risollevarli da certe sensazioni negative che si portavano in campo. Era un qualcosa che riguardava calciatori presenti da più anni. Non ho nessun dubbio sulla buonafede dei calciatori. Ci sono delle situazioni in cui la squadra si appiattisce mentalmente e ci vuole una scossa forte. Ci sono dei momenti in cui è troppo facile dare la colpa a tutti. Con lo staff abbiamo fatto un percorso per capire dove abbiamo sbagliato. Quando si parla di una situazione globale le responsabilità non sono mai da una sola parte. Non possiamo risolvere i problemi delle altre componenti, ma capire ciò che potevamo fare meglio. Tanti errori vengono fuori anche a livello inconscio. A me ha deluso il mercato estivo e questa mia insoddisfazione l’ho trasmessa alla squadra”. 

Un team giovane

“Progetto arrappante? Niente, significa mettersi a sedere e avere di fronte uno che ti propone una cosa e tu senti un forte stimolo, se ci pensi ti dispiacerebbe che la proponessero a un altro. Vorrei fare un percorso anche con una squadra abbastanza giovane, con la possibilità di stare insieme in un periodo medio-lungo. A volte si parla di giovani in maniera senza senso. È chiaro che il calciatore forte che ha una giovane età è più stimolante per un allenatore. Mi piacerebbe una società che non ha fretta, ma che presenta delle idee chiare sulla crescita”.

La Nazionale

“Se l’Italia può vincere gli Europei? Siamo una squadra di buon livello, ma ci sono duemila fattori per arrivare fino in fondo. Non si può parlare di tendenze calcistiche per squadre che stanno insieme in venti giorni. È un torneo, bisogna vedere come ci arriviamo fisicamente e mentalmente. A noi il calcio è più pesante, quindi non sempre è facile arrivarci con la testa lucida. In Inghilterra giocano di più quindi potrebbero essere più stanchi. Spalletti? Sta cercando di portare entusiasmo e freschezza, oltre al senso d’appartenenza. Sta facendo bene”.