Sembrava un campionato destinato ad essere tiranneggiato dal Napoli, fino alla scorsa settimana, ed invece questa Serie A potrebbe tornare ad essere quella bella corsa a tappe che è sempre stata: con un bel gruppo di testa, con gli inseguitori, e con gli ultimi a darsi battaglia per non cadere giù. Napoli ed Inter non si fanno male nel posticipo di sabato, anche se ad essere maggiormente felice sarà Spalletti e non Sarri. La Roma sorniona batte il Torino in trasferta, dove si conferma perfetta, con 4 successi, 8 reti fatte e nessuna subita: sono numeri da vetta. La Juventus distrugge di rabbia l’Udinese con sei reti: l’anno scorso alla nona di Serie A i bianconeri avevano la miglior difesa, quest’anno il miglior attacco ed alla fine solo tre punti di svantaggio dalla vetta. La Lazio si conferma il solito rullo compressore: undici vittorie stagionali di cui sei consecutive tra campionato e coppe, ed Immobile in versione bomber europeo con 13 centri in Serie A. Milan sempre più preoccupante per lo 0-0 casalingo con il Genoa: oltre alla crisi di gioco ormai conclamata, Montella deve ravvisare la follia del suo capitano Bonucci. Il centrale più discusso d’Italia si fa cacciare fuori nel momento più delicato dei suoi, adesso non ha più alibi: deve prendere in mano la squadra e tirarla fuori dal pantano. Sampdoria che decolla definitivamente con un bel pokerissimo al Crotone di Nicola; la Fiorentina si riaggancia al trenino delle inseguitrici per l’Europa League e fa sprofondare (ancor più del possibile) il Benevento, il Chievo vince il derby con l’Hellas grazie ad “Highlander” Pellissier, mentre il Sassuolo coglie tre punti pesantissimi per la salvezza in casa della SPAL. Torna a vincere infine l’Atalanta, contro un Bologna forse sazio da tre vittorie consecutive.
SAMPDORIA-CROTONE 5-0 (3’ FERRARI, 11’ rig. QUAGLIARELLA, 38’ CAPRARI, 71’ LINETTY, 76’ KOWNACKI)
Sempre più bella la Sampdoria di Giampaolo, rullato il Crotone a Marassi con cinque reti ed un dominio mai in discussione. Blucerchiati avanti dopo tre minuti con Ferrari bravo ad incornare in rete una punizione di Torreira. Al minuto 11 Duvan Zapata entra in area ma Ajeti inseguendolo lo trattiene vistosamente (forse iniziando da fuori area): Calvarese concede il penalty, che Quagliarella realizza con precisione. Il tris arriva al 38′: Caprari deposita in rete un pallone comodo comodo dopo la grande percussione di Zapata, bravo a liberarsi di Ceccherini in area. Finalmente sul finale di primo tempo si vede il Crotone, con Ante Budimir che con una bella torsione di testa su cross dalla trequarti scheggia la parte bassa della traversa: il pallone tocca la linea ed esce fuori. Nel secondo tempo Nicola prova a sparigliare le carte inserendo Simic per Ajeti: il risultato è però che la Samp amministra ed il Crotone non punge. Almeno fino al 71′: Caprari fa quello che vuole nella trequarti calabrese, Praet serve l’assist, Linetty fa il 4-0 quasi dentro la porta di Cordaz. Non è finita qui, perché lo stesso portiere dei pitagorici decide di regalare il pokerissimo alla Samp: al 76′ un suo rinvio maldestro finisce dritto sui piedi di Kownacki, appena entrato, che prima entra in area e poi lo scherza infilandolo con un tunnel beffardo. Perfetta tra le mura amiche la Samp in questa Serie A: 4 su 4 e sole due reti subite a fronte di 12 fatte. Crotone che subisce la seconda cinquina in campionato dopo quella contro l’Atalanta.
NAPOLI-INTER 0-0
Copione prevedibile al San Paolo, dove Spalletti blocca Sarri cercando le ripartenze veloci: il pareggio alla fine accontenta più l’Inter che il Napoli. Sul piano del gioco domina la squadra di casa: subito Hamsik che calcia fuori su assist di Insigne, poi il doppio miracolo di Samir Handanovic (migliore in campo) prima su Calléjon, poi su Mertens. Il tutto in due secondi. Ancora Hamsik protagonista: lancio fantascientifico di sinistro a smarcare Insigne in area tutto solo davanti ad Handanovic: il colpo di testa di Lorenzo il Magnifico è troppo centrale, blocca il numero uno nerazzurro. Poi, doppio squillo Inter: prima Icardi si porta a spasso la difesa del Napoli e spara un destro da posizione defilata, con Reina attento; poi ci pensa Borja Valero a spaventare Sarri, controllando in ara un assist di Perisic e provando il destro in una semi-spaccata, Reina c’è ancora. Nella ripresa, apre l’Inter: Vecino si fa tutto il campo palla al piede, uno-due con Icardi, dribbling su Reina e tiro a porta vuota, ma Albiol in tuffo salva tutto. Poi si rivede il Napoli: bella combinazione Jorginho-Calléjon-Hamsik, con il destro strozzato dello slovacco fuori di poco. D’Ambrosio mura Mertens che aveva provato il destro in area a botta sicura, poi Handanovic sale ancora in cattedra blindando il pareggio: prima sulla bomba da fuori di Zielinski, poi sul recupero di Miranda su Mertens, con un volo pazzesco. Primo stop per il Napoli in Serie A dopo le otto vittorie consecutive; l’Inter di Spalletti, solida e cinica, è sempre più nei giochi per il colpo grosso finale.
CHIEVO VERONA-HELLAS VERONA 3-2 (6′ VERDE, 23’, 30’ rig. INGLESE, 55′ rig. PAZZINI, 73′ PELLISSIER)
Derby pazzo a Verona, lo decide il solito, vecchio cuore di Sergio Pellissier: il bomber di Aosta non vuole saperne di mollare. Dopo la prima vittoria in campionato con il Benevento, l’Hellas pare rigenerato e si vede: dopo 6 minuti Verde sigla lo 0-1 con un rigore in movimento su respinta corta di Sorrentino. A metà tempo Birsa batte una punizione delle sue servendo Inglese, che di testa schiaccia in rete il pareggio. Il solito Zuculini (disciplina, questa sconosciuta) combina la frittata in soli 40′: il rientro dopo la squalifica non gli insegna nulla e prima causa il rigore su Hetemaj (giallo) segnato da Inglese, poi si fa espellere per fallo da dietro su Birsa. Solo Capitan Pazzini resiste ancora: al 55′ l’arbitro assegna il penalty per l’Hellas causa mani di Gamberini in area su cross di Caceres. Il Pazzo non sbaglia e sigla il gol numero 110 in Serie A. Sembra una partita destinata al pareggio, ed invece ci mette lo zampino l’eterno Pellissier: entrato al 62′, dopo dieci minuti sigla il gol vittoria tuffandosi come un falco su cross di Cacciatore. Delirio clivense, passa in cavalleria persino il gol di Stepinski annullato dal VAR. Super Chievo, settimo in Serie A; Hellas di nuovo terz’ultimo e col morale sottoterra.
SPAL-SASSUOLO 0-1 (1′ POLITANO)
Successo esterno fondamentale degli uomini di Bucchi nel primo derby emiliano tra SPAL e Sassuolo in Serie A. Ospiti in vantaggio dopo soli 40 secondi: Vicari combina un pasticcio a centrocampo e perde palla in favore di Politano, che può avanzare da solo fino all’area piccola e battere Gomis per l’1-0. SPAL che non reagisce, Sassuolo avanti con coraggio: dopo 15′ Berardi si mangia il gol del raddoppio sottoporta su assist di Duncan. Nella ripresa i padroni di casa sfiorano il pareggio con Antenucci che si libera di Cannavaro e sfiora il palo con un rasoterra infido. Sassuolo che resiste ed all’82’ avrebbe anche la possibilità di chiuderla su rigore concesso da Fabbri per l’atterramento di Ragusa: Berardi si fa parare il tiro da Gomis. Nel finale espulsione nel Sassuolo di Cassata, ma la squadra di Bucchi resiste e coglie tre punti fondamentali per la permanenza in Serie A; SPAL ferma a cinque punti e penultima.
ATALANTA-BOLOGNA 1-0 (71′ CORNELIUS)
Torna alla vittoria l’Atalanta in Serie A, fermato il Bologna reduce da tre vittorie consecutive in campionato. Padroni di casa che provano da subito a fare la partita ma il Bologna si chiude bene e lascia pochi spazi a disposizione: ne risulta la solita partita tattica e bloccata, combattuta e tesa. Al 35′ prima palla gol con Cristante che trova Petagna in area: la punta nerazzurra però spara troppo alto. Nel recupero Pulgar serve Verdi che da solo in area incredibilmente non tira e sceglie l’assist per Palacio: pallone lungo per tutti ed occasionissima fallita dal Bologna. Nella ripresa Atalanta vicina al vantaggio al 53′ con Spinazzola che manda fuori un ottimo assist di De Roon; nel Bologna punge il solo Palacio, insufficiente l’apporto dei compagni. Entra Cornelius nell’Atalanta e sarà la mossa vincente di Gasperini: al 71′ Freuler lo serve con i giri giusti, bravo il danese a battere Mirante col sinistro. Al 75′ ci prova Verdi col sinistro a giro: fuori di poco. Nel finale espulso Gonzalez per fallo su Cornelius, poi Mirante nega il 2-0 agli orobici salvando tutto su Caldara. L’Atalanta ritorna a vincere dopo tre turni (due pari ed un k.o.), il Bologna può concedersi uno stop dopo tre vittorie consecutive.
BENEVENTO-FIORENTINA 0-3 (18’ BENASSI, 47’ BABACAR, 66’ THEREAU)
Seconda vittoria consecutiva in Serie A per la Fiorentina contro il sempre più derelitto Benevento: i campani sono davvero sull’orlo del baratro già alla nona giornata di campionato. Primo squillo viola al 16′ con la traversa di Biraghi su punizione, poi due minuti dopo vantaggio Fiorentina con Benassi bravo a battere Brignoli su assist di Simeone. Lo stesso Cholito si fa parare un bel tentativo al 34′, due giri di lancette dopo Cataldi da fuori coglie un palo clamoroso per il Benevento. Nella ripresa si infortuna Simeone: entra al suo posto Khouma Babacar, che dopo appena due minuti sigla il raddoppio per i suoi su assist di Veretout. Sempre il senegalese, oggi scatenato, si procura al minuto 65 un calcio di rigore per fallo di Brignoli: dal dischetto Thereau non si fa imbrigliare e segna il 3-0 viola. Il Benevento non la tocca quasi mai, ed infatti la Fiorentina sfiora il gol del 4-0 in tre occasioni: prima Benassi al 77′, poi Lo Faso dieci minuti dopo ed infine in pieno recupero ancora Brignoli bravo su Thereau. Finisce comunque con una disfatta, l’ennesima subita in casa dal Benevento: la Fiorentina rilancia le proprie ambizioni per un posto in Europa.
TORINO-ROMA 0-1 (69′ KOLAROV)
Partita tosta e bloccata all’Olimpico di Torino: la Roma porta a casa un’altro match “sporco”, nemmeno giocato troppo bene. Sono questi i punti pesanti che determinano piazzamenti importanti. Match che vede gli ospiti in cerca del dominio sul piano della manovra, Torino un po’ troppo schiacciato indietro. Prima occasione al 23′ con Dzeko che manda a lato di testa su cross di Pellegrini. Sbaglia anche Nainggolan da posizione favorevole, mandando troppo alto. Si vede il Torino solo nel finale di tempo: Ljajic serve Sadiq che la manda in curva, poi Juan Jesus ferma Iago Falque al momento del tiro da dentro l’area. Allo scadere, Strootman si ritrova il pallone in bocca dopo un corner di Kolarov: l’olandese non ha i riflessi giusti e manda a lato con la porta sguarnita. Nella ripresa, continua il match sulla stessa falsariga: squadre bloccate e senza grosse idee. Ci vorrebbe un’impresa individuale, ed è proprio quello che arriva al 69′: fallo di De Silvestri su El Shaarawy e Damato concede la punizione. Kolarov esplode un sinistro dei suoi, Sirigu non è perfetto: 1-0 Roma. Il Torino prova una reazione che però non produce alcun risultato: l’ultima occasione è invece per la Roma con Bruno Peres, che nel recupero si fa bloccare però da Sirigu. La Roma, zitta zitta, si avvicina al trenino di testa con prestazioni magari sottotono ma convincenti per solidità e cinismo; il Torino non riesce ad uscire da un momento molto delicato: ci vuole il ritorno di Belotti.
MILAN-GENOA 0-0
Continua la crisi del Milan, che non vince nemmeno in casa contro il Genoa; ottimo punto in trasferta per Juric. Parte forte la squadra di casa con Calhanoglu di testa, poi Biglia ci prova al volo da fuori, e Perin salva anche su Borini. Al minuto 25 però, il fattaccio di giornata: su punizione per il Milan, Bonucci stende Rosi in area genoana con una gomitata scellerata. Rosi va giù sanguinante, Giacomelli chiama il VAR e tira fuori il rosso per il capitano del Milan, con le proteste incomprensibili dei compagni di squadra. Dopo questo episodio entra Romagnoli al posto di Calhanoglu ed il Milan, seppur volenteroso, non punge quasi mai fino allo scadere del tempo. Nella ripresa la partita è giocata a viso aperto da entrambe le squadre, ma l’inferiorità numerica pesa tantissimo per il Milan, con un Kalinic oltremodo spento lì davanti. Bertolacci sfiora il gol del colpaccio genoano, poi ci pensa Zapata a salvare su Lapadula. Finisce 0-0, con il Milan a secco da quattro giornate in Serie A e la contestazione che si fa sempre più pesante verso tutti: società, giocatori, allenatore. La polveriera rischia di scoppiare.
UDINESE-JUVENTUS 2-6 (8′ PERICA, 14′ aut. SAMIR, 20′, 59′ e 87′ KHEDIRA, 48′ DANILO, 52′ RUGANI, 90′ PJANIC)
Paura e delirio alla Dacia Arena di Udine: non è un film, ma la partita più spettacolare di questa nona giornata di Serie A. Merito della Juventus, merito anche di un’Udinese mai doma ma che si deve arrendere alla rabbia della Vecchia Signora. Subito Perica per il vantaggio dei padroni di casa: su contropiede di Fofana, evita Chiellini e fulmina Buffon con il sinistro. Immediato però il pareggio ospite con l’incredibile autorete di testa di Samir su corner di Pjanic al quarto d’ora. A dopo soli sei minuti, la Juventus va addirittura in vantaggio: Dybala allarga bene per Cuadrado, che guarda dentro e serve l’inserimento perfetto di Khedira, colpo di testa in controtempo su Bizzarri e 1-2. Pare fatta per la squadra di Allegri ed invece no: al 26′ ci starebbe tutto il rigore per fallo da dietro di Ali Adnan su Mandzukic, ma Doveri non fischia e non chiama il VAR, ed ammonisce entrambi per la lite successiva. Poi, tira subito fuori il rosso per insulti a Mandzukic: episodio un tantino severo nei confronti del croato. Fino al finale di tempo, Buffon è chiamato a tre miracoli, due su Jankto ed uno su Hallfredsson. Nella ripresa, ancora emozioni: dopo tre minuti Danilo pareggia per l’Udinese su cross di De Paul, ma la Juve reagisce e trova il nuovo vantaggio al 52′ con Rugani di testa su assist di Dybala. All’ora di gioco, doppietta di Khedira su assist di testa di Rugani in area piccola, e l’Udinese alza bandiera bianca. Nel finale ci starebbe un penalty per fallo di Alex Sandro su Larsen, Doveri lascia correre. Al minuto 87 una grande percussione di Khedira si conclude con uno splendido destro incrociato per l’incredibile tripletta (la prima in Serie A) per il tedesco, mentre allo scadere Pjanic sigla il gol del definitivo 6-2 con un destro da fuori leggermente deviato. Juventus che reagisce al k.o. casalingo con la Lazio prendendosi la palma di miglior attacco della Serie A, seppur con la quarta difesa. Udinese che deve rivedere i suoi equilibri in campo, troppo distanti i reparti tra loro.
LAZIO-CAGLIARI 3-0 (7′, 43′ IMMOBILE, 48′ BASTOS)
Ancora Immobile, sempre Immobile: la Lazio di Inzaghi vola grazie al suo bomber in pieno stato di grazia (13 gol in 9 match di Serie A, 16 stagionali) e va a meno tre dalla vetta; Cagliari sempre più giù nonostante il cambio in panchina. Passano solo sette minuti e Immobile sale già alla ribalta: su assist di Parolo prima si procura un rigore netto per fallo di Crosta, poi dal dischetto sigla il dodicesimo sigillo in campionato. La Lazio prende quindi il comando delle operazioni abbassando il ritmo e gestendo le energie: forse troppo, perchè il modesto Cagliari qualche occasione l’avrebbe pure, specie al 20′ quando Farias si fa annullare un gol dal VAR per fuorigioco – letteralmente – millimetrico. La Lazio di questa stagione però è troppo cinica per non approfittarne e allo scadere raddoppia: su cross in area, Marusic rimette al centro di testa, arriva il solito Immobile che incorna in rete il 2-0 ed il suo tredicesimo gol in sole nove partite in campionato. Nella ripresa, subito tris Lazio con Bastos bravo in spaccata su punizione pennellata di Luis Alberto. Per la soddisfazione di Inzaghi, i suoi abbassano ancora di più i ritmi risparmiando tantissime e preziose energie in vista del fittissimo calendario fino alla sosta natalizia: non succede più nulla, e la Lazio riprende la Juventus a quota 22, a meno tre dalla vetta occupata dal Napoli. Se dovesse continuare così, ne vedremo delle belle. Cagliari ancora più involuto del solito, non basta il ritorno in panchina di Diego Lopez.