Tra sogni, ritorni e pressioni: bentornata cara Champions League

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E’ tempo di spolverare l’angolo dei ricordi e di tornare in campo con la Champions League, cioè con il meglio che il calcio europeo possa offrire. Si riparte da Tuchel e dal gol di Kai Havertz che ha permesso al Chelsea di presentarsi quest’anno come la squadra, almeno sulla carta (ma non solo) da battere.

Si riparte dalla voglia, mista ad ossessione, di Pep Guardiola che con il suo Manchester City insegue un successo in terra europea che manca al tecnico spagnolo da troppo tempo. Si riparte da Sir. Ancelotti che con il suo Real Madrid sa come si fa ad arrivare in fondo e ad alzare al cielo la Coppa delle Grandi Orecchie.

E poi il piatto forte: le nostre italiane. Dopo il trionfo dell’Italia di Mancini ad Euro 2020, il nostro movimento contrariamente a quanto possano far pensare le cessioni di Lukaku, di Donnarumma e di Cristiano Ronaldo, è cresciuto e porta nella competizione quattro grandi squadre per valori tecnici ed identità. La Juventus, in un momento particolare, inizierà dalla Svezia e dal Malmoe, l’Atalanta di Gasperini dovrà vedersela contro un tecnico che in Europa sa come lasciare il segno, ossia Unay Emery e il suo Villareal. L’Inter è attesa dalla sfida affascinante di San Siro contro le Merengues in un match ricco di storia, di tradizione e di ricordi entusiasmanti. Chissà proprio quanti ricordi staranno passando nelle menti dei tifosi milanisti che non solo ritroveranno la Champions League dopo sei lunghissimi anni, ma lo faranno in un campo molto poco banale, ad Anfield contro il Liverpool, club che al Diavolo suscita comunque emozioni forti. Insomma, bentornata cara Champions!

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Chelsea da detentrice, City e PSG da eterne favorite. Occhio a CR7

Pochi lo scorso settembre avrebbero scommesso sul Chelsea allora allenato da Frank Lampard come vincitrice dell’edizione 2020-21 della Champions League. Una squadra fin troppo giovane, un allenatore capace ma ancora inesperto, catalogavano i Blues al massimo come outsider senza troppe aspettative. Nessuno poi avrebbe puntato un euro sulla squadra di Abramovic dopo l’esonero proprio di Lampard e l’arrivo di Tuchel in panchina: l’allenatore tedesco lo scorso anno infatti aveva iniziato la stagione al PSG per essere poi esonerato il 24 dicembre. Bel regalo di Natale da parte del presidente Al-Khelaifi per i tifosi del Chelsea, che dopo neanche una settimana hanno ingaggiato l’ex Borussia Dortmund portandolo poi sul tetto d’Europa. La Champions, dunque sa essere strana, piena di componenti e di colpi di scena capaci di far saltare in banco in pochi attimi.

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Senza soprese la Champions non sarebbe nemmeno così entusiasmante, vincerebbero sempre i club più forti e spendaccioni. Due esempi? Manchester City e PSG, semplice. Gli emiri anche in questa sessione hanno speso parecchio per rinforzare le proprie rose, con Guardiola che ha fatto 117 milioni di follie pur di portare nel proprio team Jack Grealish e tentare l’ennesimo affondo alla Champions. Se parliamo di regina non d’Europa, ma di mercato non possiamo non menzionare il PSG: Leonardo si offenderebbe altrimenti. Campagna acquisti faraonica con Donnarumma e Hakimi saccheggiati alle nostre milanesi, con Sergio Ramos e Wijnaldum arrivati a parametro zero (oltre al portiere della nostra Nazionale) e poi per mettere la ciliegina su una torta di tanti piani e di tanti denari non poteva che non mancare un certo Lionel Messi. Le favorite, sempre (e solo) sulla carta ubicano a Manchester e a Parigi, e i rispettivi tecnici avranno l’obbligo di centrare quantomeno l’obiettivo di arrivare a San Pietroburgo il 28 maggio 2022.

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Nel novero delle serie candidate alla vittoria finale va inserito, quasi per curriculum e riconoscenza, anche il Manchester United del Cristiano Ronaldo 2.0. I Red Devils però sono tutt’altro che CR7 dipendenti: nel roster, infatti, possono contare sull’estro e la classe di Bruno Fernandes e di Pogba, sulla spensieratezza di Greeenwood, oltre che ai nuovi acquisti Varane e Sancho. Lo sgarbo ai cugini favoriti è dietro l’angolo, Cristiano è desideroso di tornare sul trono d’Europa, Solskjær vuole ripetere il trionfo della Champions 1998-1999 da giocatore anche da allenatore. Ed occhio sempre alle soprese.

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L’Italia c’è: da Max a Gasp, passando per Inzaghi con l’intento di stupire…

Nella griglia di partenza le nostre italiane partono dietro ai top team inglesi, spagnoli e al Bayern Monaco almeno. Il trasferimento di Cristiano Ronaldo al Manchester United ha tolto qualche certezza in più alla Juventus, per esempio. Dato emerso anche dai blackout di campionato dei bianconeri con Empoli e Napoli. CR7, utile o meno ai servizi della squadra, porta in cascina un numero sicuro di reti e di sigilli che dovranno essere spalmati per tutto il reparto offensivo della squadra di Massimiliano Allegri. Non è una missione semplice, anzi. La prima giornata di Champions offre alla Vecchia Signora uno sbocco per uscire da un momento complicatissimo in patria: con il Malmoe infatti oltre a tutti i sudamericani, dovranno tornare i tre punti e la prima vittoria stagionale. Se il campionato offre la possibilità di recuperare il terreno perduto all’inizio strada facendo, i gironi di Champions no, ci si gioca tutto in pochissime partite. Quindi, Max in Svezia è vietato sbagliare!

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In casa Inter trovare un unico punto negativo al biennio Conte è facile: in Champions League i nerazzurri hanno collezionato due eliminazioni su due ai gironi. Per Inzaghi, quindi, la possibilità di far meglio del suo predecessore in territorio europeo è ghiotta e da cogliere al balzo. Attenzione però alle avversarie. Il Real Madrid seppur in profonda costruzione dopo gli addii di Sergio Ramos e di Varane, si è sempre dimostrato un team che sa come fare per arrivare fino in fondo. A Benzema il compito di mettersi la squadra sulle spalle, ad Ancelotti l’onere di farla girare bene. Il pericolo più grande per i nerazzurri però potrebbero non essere i Meregues, ma lo Shakhtar Donetsk allenato da Roberto De Zerbi. Gli ucraini sono ossi duri e da ormai un paio di anni riescono ad accedere alla fase finale dei gironi di Champions League. Se alla “tradizione” verranno assemblati correttamente i concetti di gioco del tecnico ex Sassuolo, con la qualità dei brasiliani Tete, Moraes e Maycon pronta ad esplodere, potrebbe prefigurarsi un girone abbastanza impegnativo per gli uomini di Inzaghi. Vietato perdere terreno dunque.

L’Atalanta non è più una favola, ma una realtà. Basta pensare alla reazione dei dirigenti di Villareal e Manchester United nel momento in cui dall’urna di Nyon è uscita la squadra di Gian Piero Gasperini. In due anni la Dea infatti ha collezionato un quarto di finale giocato al cardiopalma con il PSG nell’edizione 2019-2020 e un ottavo contro il Real Madrid di Zidane in cui Muriel e compagni non hanno mai sfigurato. I nerazzurri sono pronti a far meravigliare ancora una volta l’Europa intera per un’altra impresa fondata sul bel gioco e sulla voglia dei ragazzi di mister Gasperini. Il raggruppamento non è dei più facili con le due finaliste della passata edizione di Europa League e gli svizzeri dello Young Boys: niente paura però per chi lo scorso anno è riuscito a sbancare stadi come Anfield e lo Johan Cruijff Arena.

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… Bentornato Milan, ti aspettavamo nell’Olimpo

Certamente il club italiano più atteso al ritorno in Champions League è il Milan di Stefano Pioli che torna nell’Europa che conta dopo sei anni di purgatorio. I rossoneri ritrovano la casa in cui hanno trionfato per epoche, importando e delle volte rivoluzionando il modo di pensare calcio in tutt’Europa. Basta pensare al grande Milan degli “Invincibili” di Arrigo Sacchi capace di portare a casa due Coppe dei Campioni in due anni consecutivi, scrivendo una delle pagine più belle del calcio italiano in Europa. Per ritornare alla stretta attualità il Diavolo ha faticato per tornare in Champions League e per farlo si è affidato al binomio, sin qui perfetto, Ibrahimovic-Pioli che ha realizzato un capolavoro nella stagione passata, facendo annusare ai tifosi quasi l’odore dello scudetto. Il battesimo per Pioli e la sua squadra verrà celebrato in una Cattedrale storica inglese ad Anfield vetrina all’altezza della storia e della tradizione rossonera. Il tour non finirà certo in Inghilterra, ma avrà come mete anche Oporto e Madrid: saranno presenti anche Porto ed Atletico Madrid in un gruppo, quello B, che per blasone e valori tecnici deve essere sicuramente classificato come quello più entusiasmate ed equilibrato. Girone difficile, ma Ibra e compagni una volta essere rientrati nel giro non vorranno saperne di abbandonare il campo senza battagliare: lo svedese insegue il gol numero 50 in Champions che lo catalogherebbe come il marcatore più “anziano” della storia della competizione. A quasi 40 anni.

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Le possibili nuove outsider

Le italiane sicuramente non partono da favorite, ma in seconda e terza fila con la consapevolezza che la Champions non sempre, anzi poche volte, ha avuto come padrone la squadra che ai blocchi di partenza partisse per favorita. Certo, il mercato messo in atto dal PSG in questa sessione non può far altro che spostare l’ago della bilancia e la pressione sui francesi, ma oltre ai campioni in competizioni di questo spessore servirà essere squadra e collettivo. Chiederlo all’Italia di Roberto Mancini. Molte volte storicamente la Champions ha scritto favole romantiche di sport: l’Inter di Mourinho, il Chelsea di Di Matteo sono solo due di tanti esempi. Per rintracciare le possibili outsider di questa stagione la lente d’ingrandimento va diretta proprio nel raggruppamento dell’Atalanta, con gli uomini di Gasperini seri candidati a questo ruolo, ma con anche gli uomini di Unay Emery desiderosi di partecipare alla Champions League recitando un ruolo da protagonisti.

In ottica squadre promettenti che possono stupire certamente non può passare inosservato il Borussia Dortmund di un certo Haaland. Il norvegese, presumibilmente all’ultima stagione in giallo nero, vorrà lasciare un’impronta tangibile nella storia del club tedesco e per farlo potrà contare su Malen, su Bellingham, su Reyna, oltre all’esperienza di capitan Reus.

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Attenzione anche al Gruppo G che fa dell’equilibrio il concetto chiave del raggruppamento. Il Siviglia è allenato alla grande da Lopetegui e ha giocatori di talento e fantasia, come Acuna, Ocampos e lo stesso Papu Gomez. Il Wolfsburg ha iniziato alla grande la stagione, inanellando in Bundesliga quattro vittorie consecutive e il conseguente punteggio pieno. Giocatore da tenere d’occhio è l’attaccante dei tedeschi Wout Weghorst cercato anche dalla Roma nella precedente sessione di mercato. Occhio anche al Salisburgo che ormai costantemente lancia su questi palcoscenici giocatori giovanissimi, facendo poi innamorare mezz’Europa e mettere in atto grandissime plusvalenze. Szoboszlai è solo l’ultimo di una serie svariata di nomi che potrebbe essere arricchita da profili come Adeyemi, su cui ci sarebbe già l’ombra del Barcellona, o Sucic trequartista classe 2002 che sa dare del “tu” al pallone splendidamente. Un filino indietro parte il Lille, che ha sfilato la Ligue 1 al PSG la scorsa stagione, ma che ha rivoluzionato l’assetto della squadra perdendo il condottiero Galtier oltre a Maignan.

La Champions è pronta a riaprire i propri cancelli, è pronta per ritrovare i tifosi. E’ tempo di grande calcio, è tempo di trovare una nuova Regina d’Europa.